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Scoperto un giro illegale di farmaci anabolizzanti tra personal trainer, atleti e body builder veronesi. Nei giorni scorsi la Procura di Verona ha concluso un’inchiesta che vede indagate quattordici persone, tutte veronesi, la maggior parte tra i 30 e i 40 anni, residenti tra la città e alcuni paesi della provincia: Villafranca, Sona, Castel d’Azzano e Mozzecane. Nel mirino farmaci come il Testovis, appartenenti alla categoria degli androgeni, il cui principio attivo è il testosterone enantato. Si tratta di medicinali soggetti a ricetta medica, da rinnovare volta per volta, vendibili solo su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti. Medicinali che aumentano la massa muscolare e che vengono usati illegalmente dagli atleti come steroidi anabolizzanti. Il loro utilizzo è, a tutti gli effetti, considerato doping. L’inchiesta è partita nel settembre del 2020.
Una farmacia di Verona, dopo aver ricevuto diverse richieste di medicinali anabolizzanti prescritti dallo stesso medico ginecologo, lo ha contattato per verificare che tutto fosse in regola. E, in effetti, non era così. Il medico, uno specialista del lago di Garda, ha subito sporto denuncia per furto del proprio ricettario personale in bianco e del timbro. Così sono partiti gli accertamenti. L’Unità operativa di Assistenza farmaceutica territoriale dell’Ulss 9 ha immediatamente diramato una nota a tutte le farmacie di Verona per segnalare la cosa e ben presto anche altri farmacisti si sono fatti avanti, dicendo di aver consegnato questi medicinali a persone che si erano presentate con una ricetta dello stesso ginecologo.
I carabinieri di San Massimo, che hanno condotto l’indagine, si sono subito concentrati sui nominativi degli intestatari di queste ricette e hanno visto che si trattava di sportivi praticanti il culturismo. Sui profili facebook e instagram si presentavano come personal trainer e le foto postate li ritraevano in pose da body builder, con braccia e masse muscolari ben in evidenza. Il sospetto era che, viste le enormi quantità di farmaci acquistati, potessero essere stati venduti anche ad altri atleti. L’inchiesta è così proseguita, sotto il coordinamento del pubblico ministero Mauro Leo Tenaglia.
A rubare il ricettario e il timbro del ginecologo, direttamente all’interno dello studio medico, sarebbe stato A.Z., trentaquattrenne veronese, nell’agosto del 2019. Assieme alla compagna, L.F., 24 anni, secondo le accuse, avrebbe contraffatto alcune prescrizioni mediche, presentate poi alle farmacie per procurarsi i farmaci anabolizzanti e fornirli ad altri atleti. Il trentaquattrenne e altri due personal trainer, V.M., di 36 anni, e A.S., 37 anni, sono quindi accusati, a vario titolo, di somministrazione di farmaci per alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, di esercizio abusivo della professione di medico e farmacista e di ricettazione. Sul registro degli indagati figurano poi una decina di bodybuilder, frequentatori di palestre e giovani interessati ad aumentare la propria massa muscolare, che avrebbero assunto questi farmaci per alterare le proprie prestazioni.
Si tratta di atleti che, per ottenere i risultati sperati, si fanno consigliare nelle modalità e frequenza di allenamento, nell’alimentazione e integrazione alimentare ma anche nella cura farmaceutica. Nelle chat tra loro e i personal trainer sono documentate le loro richieste insistenti dei farmaci, il confronto sui dosaggi, persino scambi di foto per avere giudizi sui progressi effettuati. Il pm Tenaglia nei giorni scorsi ha concluso l’indagine: non resta ora che attendere l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
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