Nel Canale Telegram dei body-builder vendevano efedrina, Cialis e nandrolone // Umbria24.it

2023-02-15 14:58:27 By : Ms. Jenny Ni

L’inchiesta: commercio illecito di anabolizzanti a palestre e culturisti. Pm Perugia contesta anche lo spaccio di droga

L’ultimo annuncio sul Canale Telegram «Anabol Italia» gestito dal principale indagato dell’inchiesta della Procura di Perugia sul commercio illecito di anabolizzanti a titolari di palestre e atleti di body-building commercializza l’efedrina, la sostanza che provocò la squalifica per doping di Diego Armando Maradona a Usa ’94. Cento compresse a cento euro. Nel listino prezzi ecco il Cialis e il Viagra (i prezzi sono più abbordabili: 25 euro), il Ment (cos’è? «L’anabolizzante più potente mai realizzato»), il Testosterone. Tra fiale, boccette e compresse per tutti i gusti spunta perfino un palestrato Gesù Cristo portato in trionfo dai discepoli mentre augura «Buona Pasqua ragazzi». Immancabile l’emoticon col bicipite. A questo punto la tabella si divide in due sezioni: «iniettabili» e «orali». Gli iscritti ad «Anabol Italia» sono 442, scrolliamo queste 203 foto con l’unica accortezza di evitare il «contatto diretto con BigMan10000», che prima delle misure cautelari prometteva di «rispondere nel giro di un’ora». Per come si sono messe le cose, ora, rispondere con quella celerità è un filo più complicato.

Nandrolone: «Sostanza vietata» Tra le immagini di quadricipiti scolpiti, addominali possenti, deltoidi gonfi e tatuati, spalle bombastiche di uomini muscolosi e seminudi che si scattano selfie in palestra allo specchio, spunta il Nandrolone. «Sostanza vietata inserita nella tabella delle sostanze stupefacenti e psicotrope – ammonisce il gip Angela Avila che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un 43enne di Gubbio e ha ristretto agli arresti domiciliari la moglie, la madre e il padre -. La cessione o comunque la messa in circolazione integra l’ipotesi di cui al comma 1 dell’articolo 73 del Dpr 309/90». Tradotto: spaccio di droga. «In relazione a tale attività – prosegue il giudice per le indagini preliminari – deve escludersi la configurabilità della lieve entità di cui al comma 5». Il magistrato si concentra perciò sulla «fitta rete di commercializzazione tenuta dalla famiglia», sugli «immediati e veloci canali di approvvigionamento», sulla «facilità di approvvigionamento con disponibilità di diversi tipi di sostanze», sulle «nuove forme di comunicazione per gestire la distribuzione», sulla «evidente abitualità e spregiudicatezza della condotta», quindi sul Canale Telegram considerato una «modalità non facilmente rintracciabile dagli inquirenti con i normali strumenti di investigazione».

LE «BOMBE» PER IL BODY-BUILDING E LE PALESTRE: 38 INDAGATI

Il pacco e il Canale Telegram Nel marzo scorso a Gubbio è stato intercettato un pacco proveniente dalla Bulgaria: conteneva «un quantitativo significativo di nandrolone», questo «testimonia la non occasionalità della condotta e presuppone la sussistenza di legami consolidati, oltre che con una cerchia infinita di acquirenti tramite Telegram (e non solo, buona parte molto ben fidelizzati) anche con l’ambiente di rifornimento di stupefacenti».

La famiglia indagata Gli investigatori hanno sequestrato pacchi di prodotti dopanti in lattine con etichette di cibo per cani o per gatti, contando 1.931 spedizioni «inviate con cadenza quasi quotidiana e volumi medi di quattro plichi giornalieri». Spesso – è emerso – il nome del mittente comunicato al corriere era fittizio. Chi erano i destinatari? «Molti clienti sono titolari di palestre – si legge negli atti giudiziari – gran parte sono culturisti che partecipano a competizioni, sono gli stessi che postano sui social network i loro corpi unti e tirati, accompagnati da sorrisi e medaglie. Anche per questa ragione la Procura contesta a tutta la famiglia arrestata l’ipotesi di reato legata all’«utilizzo o somministrazione di farmaci o altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti»: «Commerciavano, spedendoli tramite corriere su tutto il territorio nazionale o più raramente mediante consegne di persona – è il capo d’imputazione – farmaci e sostanze farmacologicamente o biologicamente attive idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ovvero idonei a modificare i risultati dei controlli sull’uso di tali farmaci o sostanze attraverso canali diversi dalle farmacie aperte al pubblico, dalle farmacie ospedaliere, dai dispensari e dalle altre strutture che detengono farmaci direttamente destinati alla utilizzazione sul paziente».

Gli interrogatori Nel luglio 2021 c’era stata una perquisizione ma «come se nulla fosse accaduto». Gli indagati – si legge nell’ordinanza – «senza alcun ripensamento hanno cercato nuovi canali e modalità di commercializzazione per evitare i controlli delle forze dell’ordine». Il 43enne, il cui «principale obiettivo» dichiarato «è quello di ampliare il suo fatturato e diventare il primo distributore in Italia», al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto venerdì a Capanne, attraverso l’avvocato Ubaldo Minelli ha chiesto di uscire dal carcere. Venerdì sono in programma gli interrogatori degli altri tre arrestati.

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