Bodybuilding e malattie dei reni: cosa dice la scienza | Gazzetta.it

2023-02-15 16:18:45 By : Ms. Shara Kuang

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Il bodybuilding, ovvero l’utilizzo di esercizio contro resistenza per sviluppare la massa muscolare e stimolare l’ipertrofia, sta crescendo in popolarità anche in Italia. Diversamente da altri sport, gli atleti di questa disciplina non vengono giudicati per le loro capacità atletiche, ma per il loro aspetto estetico, la loro definizione e simmetria muscolare. Il raggiungimento di questi canoni estetici estremi comporta che il fisico debba essere spinto al limite delle sue possibilità tramite rigidi allenamenti e regimi dietetici molto severi. Più del 95% dei bodybuilders utilizza integratori alimentari, soprattutto proteine e creatina, ed è molto frequente l’utilizzo di farmaci in grado di migliorare le prestazioni fisiche. La maggior parte delle strategie utilizzate nel bodybuilding non sono basate sull’evidenza scientifica e derivano esclusivamente dall’esperienza di coach, allenatori o altri atleti, tutto questo ha fatto sì che siano sorte diverse preoccupazioni relative alla salute di chi pratica questo sport.

Le linee guida internazionali suggeriscono un apporto proteico totale, derivato dagli alimenti e da eventuali supplementi, pari a 0,8-1 g/kg al giorno, che per gli atleti può essere aumentato a 1,4-2,0 g/kg, fino a 2,4-2,5 g/kg in specifiche situazioni. Questi apporti sono stati definiti sicuri per soggetti sani e, soprattutto se protratti per brevi periodi, non sembrano aumentare il rischio di patologie renali. Ma alcuni dati raccolti su bodybuilders riportano consumi proteici nettamente più alti rispetto a questi range, con picchi fino a 5,1 g/kg/die o superiori: il solo apporto di proteine al di sopra dei range consigliati non sembra ad ogni modo comportare un rischio diretto sulla salute renale, sebbene non risulti nemmeno in un miglioramento delle prestazioni o della sintesi muscolare. In generale non è consigliato superare le indicazioni riportate dalle linee guida, poiché i dati relativi ad apporti maggiori sono molto pochi e l’opinione scientifica potrebbe mutare nei prossimi anni quando questi saranno più numerosi.

Un discorso molto simile sembra essere valido anche per la creatina, altro integratore molto utilizzato nel bodybuilding: secondo le linee guida la sua supplementazione risulta sicura per la salute renale. Le strategie consigliate sono principalmente due: la prima comporta una fase di carico (0,3 g/kg/die o 20 g/die per 5-7 giorni) seguita da una fase di mantenimento (3-5 g/die), mentre la seconda strategia non prevede fase di carico e inizia direttamente con la dose di mantenimento, permettendo di raggiungere lo stesso risultato, ma in tempi leggermente più lunghi. Anche in questo caso i dati relativi all’utilizzo di dosaggi maggiori sono poco numerosi e, pertanto, questa pratica non è consigliata.

Strategie differenti, come l’utilizzo di steroidi anabolizzanti androgeni o un sovradosaggio di vitamine A, D ed E, entrambe utilizzate con buona prevalenza nella popolazione dei bodybuilders, sono state correlate ad un aumentato rischio di patologie renali acute e croniche, come di complicanze cardiovascolari. Anche i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono utilizzati con grandissima frequenza (e in dosi superiori a quelle comunemente ritenute sicure) dagli atleti di tutte le discipline, ma il loro ruolo nell’insorgenza di danni a livelli epatici non è ancora stato chiarito.

Soprattutto in ambito amatoriale gli atleti si affidano al “fai-da-te” con consigli reperiti in palestra o sul web, mettendo a rischio la loro salute o sprecando molto tempo e denaro in pratiche e integratori non funzionali al raggiungimento dei loro obiettivi. Affidarsi a professionisti competenti e alle indicazioni delle linee guida internazionali permetterebbe di evitare questi rischi e di preservare la salute della popolazione sportiva. Gli atleti professionisti normalmente sono monitorati da uno staff sanitario dedicato: questo non avviene nella maggioranza dei bodybuilders amatoriali che, per questo motivo, non dovrebbero applicare su loro stessi le strategie messe in atto dai professionisti.

Tidmas, V., Brazier, J., Hawkins, J., Forbes, S. C., Bottoms, L., & Farrington, K. (2022). Nutritional and non-nutritional strategies in bodybuilding: impact on kidney function. International journal of environmental research and public health, 19(7), 4288.

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