Caduta dei capelli: cause, rimedi e le abitudini per limitarla | Gazzetta.it

2023-02-15 15:09:51 By : Mr. Jun xin

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È fisiologico che con l’avanzamento dell’età la chioma a poco a poco si diradi. Ed è altrettanto normale che la stagionalità influisca sulla salute dei capelli, che in autunno tendono a cadere più del solito e in primavera crescono in misura maggiore. Premesso ciò, può accadere che in certi momenti della vita se ne perdano di più senza un apparente motivo. Cerchiamo di capire quali possono essere le ragioni alla base di questo fenomeno.

A volte, a provocare una caduta di capelli superiore alla norma sono periodi stressanti o in cui il tono dell’umore è particolarmente basso. A esserne vittime sono soprattutto persone con un ritmo sonno-veglia alterato, come chi lavora su turni. Altre volte, alla base del diradamento della chioma vi sono carenze nutrizionali. “A rischio è specialmente chi è carente di ferro, perché l’anemia rende più fragili i capelli. Esposto a questo tipo di carenza è soprattutto chi segue diete vegane e vegetariane. Non vanno però trascurate nemmeno carenze di zinco, rame e vitamina B12” avverte la dottoressa Valentina Visintini Cividin, chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico, esperto in tricologia, della Casa di Cura La Madonnina di Milano.

Gli uomini possono essere vittime di alopecia androgenetica, problema legato all’effetto che il testosterone ha sul ciclo del capello e che può manifestarsi fin dai 20 anni, causando stempiatura e la perdita di capelli al vertice della testa. Le donne sono invece soggette a forme acute di caduta di capelli collegate a significativi cambiamenti ormonali, come quelle che si verificano dopo il parto o in menopausa. “È tipicamente femminile e solo raramente colpisce gli uomini anche l’alopecia areata, una malattia autoimmune per cui è indicato l’uso di cortisonici. Questa patologia tende però a recidivare, soprattutto in concomitanza di eventi stressanti” prosegue la dottoressa Visintini Cividin. Altre malattie autoimmuni, invece, possono causare danni irreversibili per la chioma, in quanto comportano la completa eliminazione dei bulbi piliferi, con conseguenti calvizie cicatriziali.

Per preservare il benessere della chioma è innanzitutto importante seguire una dieta varia e che non sia carente, in particolare, di ferro, zinco, rame e vitamina B12. Non bisogna poi esagerare con la pulizia, altrimenti i capelli si indeboliscono. “Un’igiene eccessiva rischia d’impoverire la chioma della cheratina, proteina fondamentale per i capelli. Perciò, non li si dovrebbe lavare più di 3-4 volte alla settimana. Anche gli shampoo aggressivi e che fanno molta schiuma danneggiano la cheratina” sottolinea la dottoressa Visintini Cividin. Infine, pure un utilizzo frequente della piastra per la messa in piega e di prodotti decoloranti a base di ammoniaca impoverisce il capello di questa sostanza, mentre l’applicazione anche frequente del gel non provoca danni.

Premesso ciò, prima di iniziare qualsiasi terapia per favorire la ricrescita della chioma è fondamentale inquadrare precisamente il caso clinico. Può essere utile sottoporsi a indagini e test genetici, in modo da conoscere le caratteristiche del capello e la predisposizione alla calvizie androgenetica. Al momento sono due le terapie anti-caduta consolidate: il minoxidil e la finasteride. Il primo è una lozione da applicare localmente ogni giorno. La sua efficacia è appurata, ma quando si sospende l’uso la situazione regredisce. Invece, la finasteride è un inibitore dell’alfa 5 reduttasi, il principale enzima responsabile della caduta del capello. “Molti uomini hanno riserve sull’uso di questo farmaco perché temono causi impotenza. In realtà, la finasteride può avere effetti negativi sulla fertilità maschile, ma l’effetto è completamente reversibile a seguito della sospensione” precisa l’esperta.

Anche iniezioni di acido ialuronico e vitamine nel cuoio capelluto rinforzano i bulbi piliferi, favorendone la ricrescita. Buoni risultati li dà inoltre il trattamento a base di Prp (plasma ricco in piastrine), ovvero un piccolo quantitativo di sangue che, dopo essere stato prelevato dalla stessa persona, viene trattato in modo da poter reiniettare subito nel cuoio capelluto i fattori di crescita presenti nelle piastrine. “Il trapianto di capelli deve essere considerato come l’ultima opzione. I risultati sono duraturi, però, solo se la persona non soffre di una malattia autoimmune che ha come bersaglio i bulbi piliferi e se viene continuata la terapia anti-caduta sistemica e locale” conclude la dottoressa Visintini Cividin.

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